A proposito di Grafîa Ofiçiâ...
Io mi diletto a scrivere poesie in genovese e, come
fanno quasi tutti i poeti, scrivo seja, majo, aja, ecc. usando la j al
posto della i. Perché quest’uso non è presente nella grafîa ofiçiâ?
M.D. – lettera firmata
Come ho già spiegato nel Gazzettino di febbraio del 2010,
quando il suono i compare in mezzo ad altre vocali può avere un suono
semplice oppure un suono intenso. Precisamente ha suono semplice se la
vocale che precede la i ha durata lunga, come in mizêia (miseria), mentre
ha suono intenso se la vocale che precede ha durata breve, come véia (vela).
I nostri predecessori si erano accorti di tale fenomeno e avevano deciso
di marcare con una j il suono intenso. Essi scrivevano, come fa lei,
majo (marito), che ha la i intensa, cui contrapponevano armaio (armadio),
la cui i è normale. Purtroppo molti di quelli che scrivono in genovese
non si attengono a questa regola e usano la j tutte le volte che il suono
i compare tra due vocali, rendendo quindi inutile l’utilizzo della j. Per
questo motivo la grafîa ofiçiâ ha abolito l’uso della j e ha delegato
alla sola presenza dell’accento, lungo o corto, l’indicazione della
durata della i posta tra vocali.
Pigiòu dò-u Gazzettino
Sampierdarenese N. 2 do 28 de frevâ do 2011 |