A proposito di Grafîa Ofiçiâ...
Ho letto vari interventi sulla difficoltà di mettere
l’accento circonflesso e i due punti. Sarebbe molto più semplice scrivere
segùo, partìa, vestìo, ecc. Perché non è stata fatta questa scelta?
F.T. – Arenzano
Il genovese è stato definito, con suggestiva espressione,
la “lingua delle vocali” perché sono le vocali, al contrario dell’italiano,
che hanno maggiore importanza. Variazioni fonetiche delle vocali comportano
cambiamenti di significato. In particolare esistono parole formate dalle
stesse lettere che assumono significato differente a seconda della durata
delle vocali. Ad esempio “sei” con la “e” lunga è il numero sei, con la
“e” breve vuol dire siete oppure sapete. Questo fenomeno si verifica anche
tra parole diverse. In “Ma se ghe penso” si dice “mi veddo-o mâ” (io vedo
il mare) dove la scrittura “veddo-o” sta ad indicare che la “u” finale
(scritta o-o) si pronuncia lunga. Già perché se fosse corta, “mi veddo mâ”,
la frase significherebbe “io vedo male”! Ecco perché non è consigliabile
usare un accento corto (l’accento grave) per le vocali da lei indicate,
che sono tutte lunghe e che vanno scritte coerentemente segûo, partîa,
vestîo.
Pigiòu dò-u Gazzettino
Sampierdarenese N. 3 do 31 de màrso do 2011 |