A proposito di Grafîa Ofiçiâ...
In grafîa ofiçiâ albero si scrive “èrbo” mentre molti altri
scrivono “ærbo”. Ma non è più giusta questa seconda scrittura, dato che il
suono della “e aperta” è lungo?
Enrico Chiappe – Genova
In effetti la grafîa ofiçiâ, come tutte le altre proposte di
grafia per il genovese, semplificano quando affermano che la durata delle
vocali è o semplice o doppia. Vi sono anche durate intermedie dovute a
rafforzamenti. Tipicamente davanti alla “erre” seguita da consonante la
vocale tende sempre ad essere più intensa; Carlo Ageno, nei suoi “Studi
Genuensi”, arriva ad affermare che è sempre lunga. Poiché il rafforzamento
della vocale davanti alla “erre” è un fenomeno fonetico spontaneo, la grafîa
ofiçiâ ha stabilito la regola che “prima dei gruppi consonantici dove la
prima consonante non si può raddoppiare (come per i gruppi nc, st, rb, ecc.)
la vocale è sempre marcata corta”. Si noti: marcata, non pronunciata! La
pronuncia sarà quella che spontaneamente verrà da fare; però la regola è
chiara e la grafîa risulta non ambigua. Si eviti quindi di grafare “ærbo”
e si scriva “èrbo”, con o senza l’accento, che in questo caso è facoltativo.
Pigiòu dò-u Gazzettino
Sampierdarenese N. 10 do 28 de novénbre do 2010 |