PER LA TUTELA DELLA LINGUA DI GENOVA È il primo maggio. Non si lavora. Sono rilassato. Esco per acquistare il giornale e leggermelo all’aperto - come non riesco a fare da diverso tempo. Al rientro consulterò dei dépliants forniti dalla Provincia a mio padre. Sono destinati ad amici non liguri che apprezzano e amano Genova e la Liguria. Sfoglio il Secolo XIX, noto un breve articolo di V. E. Petrucci. Il piacere iniziale si trasforma in impotenza, rabbia ... Come è possibile che V. E. Petrucci o i giornalisti o entrambi possano pensare che il plurale di "manpâ" sia "manpâ", cioè uguale al singolare ? Ma è sicuramente e regolarmente "manpæ", cioè /maN’pE:/ in alfabeto fonetico (il simbolo /E/ indica il timbro aperto della vocale "e") Ma, purtroppo, non è ancora finita ... L’articolo, contrassegnato da errori madornali, si disperde, poi, a disquisire sull’uso dell’"emme" e dell’"enne" davanti a "pi" ... Per carità, aspetti interessanti, cose legittime ... Ma si continuano ad osservare le "pagliuzze" in presenza del "trave" ... Il plurale viene contrassegnato dall’articolo "i", cioè, come se fosse maschile. Ma il sostantivo appartiene al genere femminile e, al plurale, si dice "e manpæ". o non riescono ad avvalersi di "informatori/esperti" attendibili, non potrebbero, almeno, fare lo sforzo di aprire un dizionario ? Penso che potrebbero riscontrare che "manpâ" appartiene al genere femminile. [cfr. sp. "mampara" = it. "paravento"] Sconsolato, ritorno a casa. Consulto i dépliants. Tra essi, uno dedicato al genovese, che mio padre ha ritirato - penso - conoscendo i miei interessi. Parte grafica attrente. Ma, nell’ultima pagina, viene esposta una sola grafia, quasi si trattasse di un dogma ... E, non c’è scampo, gli errori persistono ... Si indica come pronuncia "genovese" ESCLUSIVAMENTE "pènsighe", specificando che si tratta di "e" aperta ... !!! E noi paghiamo contributi alla Provincia, che paga degli "esperti" che, in definitiva, È una vergogna, non si può sempre rimanere "politicamente corretti" o "colpevolmente indifferenti" !!! Tralascio di esporre il fatto che, nel dépliant, vincolato all’esposizione di un’unica grafia, sta scritto che la "ö" oscilla tra il suono di o e quello di u ... I Genovesi non hanno suoni /lingue che "oscillano" e buona parte di loro non ha "dénti che loccian" ... Si tratta semplicemente di un’autolimitazione della grafia esposta. Se questo è il livello di promozione, tutela che viene proposto al genovese dagli "organi di promozione" o dagli "esperti", allora, ricordo l’antica espressione genovese: Veniva riferita ai moribondi che abbandonavano questa vita nei cameroni dell’ospedale di Pammatone, per cui i loro cari domandavano un minimo di dignità nel momento supremo dell’agonia e la cessazione di ogni inutile accanimento terapeutico. Vogliamo, invece, auspicare che possa iniziare una nuova era di correttezza ed onestà intellettuale e che enti quali la Compagna, la Provincia, la Regione possano contribuire con modalità efficaci e positive a tutelare e promuovere correttamente la lingua di Genova. Contiamo, anche, sull’aiuto di Franco [Bampi c.m.] che ci possa dare indicazioni. Che cosa si può fare in concreto ? Occorre scrivere ? A chi ? Fare altro ? Che cosa ? Non siamo ancora ad un punto di alienazione tale da rimanere completamente insensibili e inerti. Non ci interessa lo sfogo, ci interessa conseguire risultati validi che giustifichino i nostri contributi e i nostri sforzi. Magister 2001
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